viaggiare soli

PERCHÉ VIAGGIARE IN SOLITARIA AIUTA LA TUA SCRITTURA

Ciao Writer,

la scrittura, per me, è sempre stata legata all’esperienza e non c’è nulla come un viaggio in solitaria per conoscere meglio ciò che ci circonda e si, anche noi stessi. Rinuncia, però, alla pianificazione e concediti la libertà di esplorare, sbagliare e superare le tue paure.

Tre anni fa ho realizzato il mio primo viaggio da sola, verso la Svezia e più precisamente verso l’isola di Farö, proprio quella in cui visse e girò alcuni dei suoi film Ingmar Bergman. Non ti voglio raccontare della pioggia torrenziale che mi ha accolta a Stoccolma, della camminata di oltre venti chilometri con più di quindici chili sulle spalle lungo l’unica strada asfaltata di Farö o della corsa in bicicletta con il vento a sfavore, ma di cosa ho imparato dal momento in cui ho deciso di seguire l’istinto e vivere il presente nel suo divenire.

Considero quell’istante il mio punto di svolta, anche per quanto riguarda la scrittura, e il suo ricordo ritorna sempre nei momenti in cui credo di non essere all’altezza di una situazione.

Ascolta te stesso

Si, dai ascolto a quella vocina interiore che si insinua sempre nelle tue decisioni. Che tu sia di fronte alla scala mobile verso il check-in o all’incertezza se iniziare una tua attività in proprio, la paura cercherà sempre di frenarti; fermati, respira profondamente e lasciati guidare da quel desiderio che tieni nascosto da troppo tempo e, soprattutto, dalla quella flebile sensazione di poterci riuscire veramente. Vedrai, la forza è con te.

Less is more

Una valigia può raccontare molte storie. Io ho sempre diviso i viaggiatori in due macro categorie: chi pondera e sceglie un outfit per ogni giorno di lontananza dal proprio guardaroba e chi preferisce abbondare e farsi ispirare dall’occasione. Io appartenevo – e forse, ancora un po’ appartengo – alla seconda categoria, ma viaggiare in solitaria mi ha insegnato ad alleggerire i bagagli, la mente e rendere più essenziale anche la mia scrittura.

Immagina di dover percorrere a piedi una considerevole quantità di chilometri, non vorresti avere meno peso possibile da portare con te? Allo stesso modo cerca di essere leggero, non sulla qualità dei contenuti, ma sulla forma dei tuoi articoli.

Una nuova tecnologia

Abbiamo sempre uno schermo da controllare, uno stato da condividere e troppi like da diffondere. Avere più di un account social ti può condurre in quella spirale di perenne controllo del feed e di sconforto di fronte all’apparente felicità degli altri. Viaggiare in solitaria ti darà altre priorità e modi ben più utili per utilizzare i tuoi giga o il Wi-Fi libero che troverai lungo il tuo cammino. Vedrai ben presto che sapere come raggiungere la tua meta diverrà la tua priorità e anziché osservare foto di luoghi lontani, ti perderai nella bellezza di ciò a cui ti troverai di fronte.

Se hai visto Into the wild ti sarà rimasta impressa questa battuta: “La felicità è reale solo quando è condivisa”. Lo ammetto, io non ne ero convinta, ma ti assicuro che avrai il desiderio di raccontare, a chi ti sta a cuore, l’episodio più assurdo della tua giornata e solo qualche aggeggio tecnologico te lo permetterà.

Una nuova ispirazione

L’ispirazione, dopo un viaggio, non può mancare. Potresti sentire il bisogno, come me, di descrivere la sensazione dell’aria fredda del nord addosso e spiegare perché non ci si deve fidare delle indicazioni degli abitanti di Farö, oppure sentire i benefici di una mente rilassata anche mesi dopo essere tornato. Un cambiamento, o meglio, un miglioramento avverrà. Te lo prometto.

Queste sono poche considerazioni su come viaggiare in solitaria aiuti il proprio stile. Hai già pensato a una meta?!

Giada Marcon

Web writer appassionata di cinema, teatro, serie tv. WhateverSheWrote è il mio blog dedicato al blogging, alla scrittura e alla comunicazione. Iniziamo a scrivere?!

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